🟢 la creatura a forma di palla 🟢
Qualche cenno storico è doveroso …
Austria, 1824. Il medico e botanico Dr. Anton E. Sauter scopre nel Lago di Zeller una particolare alga verde di forma sferica. Viene analizzata e classificata scientificamente con il nome di Aegagropila linnaei, poi nel 1843 il botanico Kützing la trasferisce al genere Cladophora.
Nel 1898, T. Kawakami studente dell’attuale Hokkaido University scopre il marimo sferico nel Lago Akan sull’isola di Hokkaido in Giappone; gli dà il nome generico giapponese “まりも”, ovvero marimo. “まり” MARI che sta per palla e “も” MO che sta per ALGA.
Successivamente altri esemplari di marimo furono scoperti nel Regno Unito, in Russia e nei paesi nordici europei.
Ad oggi, il Lago Akan è l’unico luogo nel quale in natura si possono ancora trovare i marimo sferici.
Con lo scopo di proteggere questa piccola alga, visto l’incremento della sua notorietà e del suo commercio, nel 1921 è stata dichiarata “Tesoro Nazionale Giapponese”. Ma ciò ha solo incrementato i furti che insieme ai cambiamenti ambientali come l’abbattimento degli alberi e la costruzione di una centrale elettrica hanno portato il marimo sull’orlo dell’estinzione.
Nel 1950 in seguito alla richiesta di aiuto dei neonati movimenti ambientalisti, chi possedeva un marimo tornò al Lago di Akan per ridepositarlo nel suo ambiente naturale, favorendo il ripopolamento. Così il 7 ottobre 1950 sì tenne il primo Festival del Marimo (Festa del ritorno del Marimo).
Ma cos’è esattamente il marimo?
La creatura a forma di palla e una pianta acquatica perenne. Vive sul fondo del lago ed è composta da filamenti epilitici di colore verde.
In particolare, nel Lago di Akan, questi filamenti mossi dalle correnti e dalle sorgenti sotterranee si intrecciano fino a formare una figura geometrica simile alla sfera. I piccoli fusti crescendo radialmente, garantiscono un’adeguata ossigenazione e illuminazione a tutta la superficie della palla. La forma rotonda impedisce l’accumulo di fango sulle loro superfici.
Trattandosi di una pianta, come la maggior parte delle sue simili acquatiche e non è composta da un pigmento di colore verde. La clorofilla. In questo caso, non essendoci le tipiche foglie, la clorofilla si trova all’interno di ogni filamento. La clorofilla cattura l’energia del sole trasformandola in energia chimica. A sua volta, questa energia prodotta attraverso il processo di fotosintesi serve per trasformare l’anidride carbonica assorbita dall’aria in zuccheri e carboidrati, ovvero il nutrimento fondamentale per l’alimentazione delle piante stesse.
Durante il fenomeno di fotosintesi clorofilliana viene prodotto e liberato l’ossigeno, come scarto di tutto il processo. L’ossigeno all’interno dell’acqua fuoriesce dai filamenti del marimo sottoforma di bollicina che piano piano si stacca dai filamenti e sale verso l’alto.
Se un gran quantitativo di bollicine rimangono attaccate ai filamenti esterni del marimo, possiamo osservare quella che negli anni è stata definita “la danza del marimo”. La creatura a forma di palla viene sollevata dalle bolle fino alla superficie per poi ritornare verso il basso a procedimento terminato.
La lenta crescita di questa pianta, circa 5mm all’anno, la classifica nella categoria delle piante centenarie, anche se gli esemplari scoperti fino ad oggi raggiungono circa i 30 anni di età.
Ma cosa rende ulteriormente speciale il marimo, dopo la sua forma sferica e la sua rarità in natura?
Tutto ciò che arriva dal Giappone, vuoi per la lontananza, vuoi per il bagaglio culturale del paese del sol levante, ha una storia dietro. Un mito, una leggenda. Anche il marimo non è da meno.
Si narra che in un villaggio sulle rive del Lago Akan, fosse scoppiato l’amore tra (Setona) la figlia del capo del villaggio e un servitore (Manipe). Lei era già stata promessa in sposa ad un signore del villaggio. Non ricevendo il benestare della famiglia, i due giovani decisero di scappare ed inseguiti dalle guardie si rifugiarono sulle rive del lago. Convinti a rimanere insieme in eterno, decisero di entrare nel lago. La forza del loro amore e l’unione delle loro anime, dette vita al marimo.
Per questo motivo l’alga palla in Giappone è divenuta nel tempo un regalo simbolico che gli innamorati si scambiano per simboleggiare il desiderio di vivere per sempre, felicemente, assieme. Vengono perciò considerate porta fortuna, porta felicità e soprattutto porta amore eterno.
Certamente non si tratta di una leggenda tra le più originali. E’ però una leggenda che ha dato vita ad una pianta acquatica tra le più originali!
Se ne possiedi già uno, cerca nel nostro blog l’articolo in cui spieghiamo come prendercene cura!