Le piante carnivore, di solito considerate rare e difficili da trovare, sono in realtà molto comuni in tutto il mondo, come paludi, torbiere, rocce e suoli molto acidi dove la disponibilità di nutrienti e di azoto è piuttosto scarsa.
Quando si parla di una pianta carnivora si fa riferimento ad un genere molto particolare di erbacee che da sempre solleticano la curiosità dei botanici per via del loro complesso sistema di attrazione, cattura e digestione delle prede. Sono piante insolite che suscitano un vero e proprio entusiasmo a tale punto che certe specie sono ormai più presenti nelle nostre serre che in natura.
Esistono ad oggi circa 600 specie di piante carnivore suddivise in 12 generi e 5 famiglie.
Per sopravvivere, queste piante catturano e divorano gli insetti per procurarsi l’azoto che è loro indispensabile. Ciò è possibile grazie ad un complesso fogliame modificato, ricco di enzimi digestivi e altre sostanze che rendono possibile non solo l’intercettazione della preda, ma anche il metabolismo delle sue proteine.
È’ straordinaria la varietà di esche e di trappole di cui sono munite. Secondo il Professor Francis Ernest Lloyd, che fu un’autorità in fatto di piante carnivore, le trappole funzionano in media 3 volte prima di annerirsi e appassire. Nel frattempo hanno assolto la loro funzione di fornire il nutrimento necessario allo sviluppo della pianta.
Ogni specie di pianta carnivora ha inventato un tipo diverso di trappola per catturare le sue prede. Si possono distinguere 3 grandi categorie di trappole:
- passive: rimangono immobili
- semi-attive: si muovono lentamente
- attive: catturano le loro prede in un movimento rapido
ma tutte hanno in comune una cosa stranissima: i loro “stomachi” sono provvisti di enzimi e di acidi molto simili a quelli che si trovano nello stomaco degli animali.
Le trappole:
La trappola di uso più comune per rifornire di cibo questi stomachi è il trabocchetto della Sarracenia purpurea, che è fatto in modo da catturare le mosche e le farfalline che abitualmente si nutrono nelle sue belle corolle a forma di imbuto, dove l’insetto scivola dentro, ingannato dalla presenza di nettare e dai colori sgargianti. Morirà annegato nel piccolo accumulo di acqua piovana che si viene a creare all’interno oppure intrappolato nella peluria. Alcune piante carnivore di questo tipo hanno profumo di violette o di miele. Ma la somiglianza s’arresta lì.
Alcune piante carnivore sono munite di una “carta moschicida” molto funzionale. Si riconoscono dalla presenza di piccoli peletti con una sorta di bava collosa, come nel caso della Pinguicula. Quando le zampe dell’insetto toccano una foglia, la pianta trasuda una sostanza appiccicosa che le trattiene. Subito dopo segue la secrezione di un acido contenente un enzima digestivo, che attacca la vittima. Poi i bordi s’incurvano. Alle foglie occorrono ventiquattro ore per arrotolarsi: la digestione dura da tre a cinque giorni, più un ulteriore giorno prima che le foglie siano di nuovo stese, pronte per un’altra vittima.
La lunga lista delle piante carnivore sinora conosciute è davvero infinita. In generale, si possono citare alcune specie di maggiore diffusione:
- Dionea muscipula: pianta appartenente alla famiglia delle Droseracee. Conosciuta anche con il nome di Venus acchiappamosche, è una delle poche piante carnivore in grado di azionare un movimento a tagliola grazie ai sensori tattili presenti nella bocca.
- Drosera: pianta appartenente alla famiglia delle Droseracee. Ha delle foglie ricoperte di peli vischiosi e dai colori molto scenografici. Quando la preda è abbastanza vicina, aziona un movimento di arrotolamento della foglia che non lascia via di scampo.
- Nepenthes: pianta rampicante appartenente alla famiglia delle Nepenthaceae. Attrae la preda dentro il suo ascidio che contiene un liquido digestivo pronto a liquefare la vittima.
- Drosophyllum lusitanicum: si tratta dell’unica specie vivente del genere Drosophyllum, della famiglia delle Droseracee. La sua peculiarità consiste nell’emanare un forte profumo di miele che attrae fatalmente gli insetti.
Come prendersene cura:
Alcune specie sono più facili da coltivare di altre, quindi occorre essere bene informati su quali varietà prediligere, specialmente se si è alla prima esperienza.
Nella coltivazione di queste piante, la difficoltà maggiore consiste nelle esigenze che ogni pianta carnivora, in base alla tipologia, presenta.
Terriccio, umidità, esposizione, irrigazione, possono variare, ma alcune caratteristiche sono piuttosto comuni. L’irrigazione, per esempio, sempre con acqua piovana o distillata. Le acque comuni, che contengono calcio, non possono essere somministrate, pena la morte della pianta.
L’umidità è fondamentale!
Il terreno deve essere sempre molto umido, quasi fangoso, si tratta pur sempre di piante acquatiche, semi-acquatiche o paludose.
Per quanto riguarda la posizione, queste piante devono stare in piena luce, il chè favorirà sia la crescita che la vivacità dei colori. Evitate comunque di esporle alla luce solare diretta soprattutto in estate poiché non tollerano il caldo intenso. Il clima ideale è temperato. Non tollerano il gelo, quindi devono essere portate al riparo in inverno, e gradiscono una temperatura media di 20°-30°.
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Nanna Hinrichsen
Una palma che cresce in Brasile ha foglie enormi: circa 20 m di lunghezza e 10 m di larghezza. Altra foglia gigante e quella della Victoria Regia che galleggia sulle acque degli stagni e dei fiumi dell America tropicale. Ha la forma di una coppa di due metri di diametro. Ecco alcuni semi, fiori, frutti, piante ed alberi che sono veri e propri campioni mondiali di qualche specialita che indicheremo: il seme piu grosso: cocco il fiore piu grande: bolo il frutto piu voluminoso: turien l albero piu alto: sequoia l albero piu grosso: baobab il legno piu leggero: balsa il legno piu pregiato: ebano la pianta piu delicata: sensitiva la pianta piu ricca di olio: sesamo la pianta che piange di piu: vite l albero europeo piu longevo: tiglio.
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